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Qualche curiosità
Comprare il pellet di buona qualità è fondamentale per l'efficienza della stufa e per evitare sprechi energetici e limitare l'inquinamento. Fare bene all’ambiente risparmiando: ma la scelta del pellet migliore non è semplice e l’offerta sul mercato è davvero varia. Diventa quindi fondamentale conoscere le caratteristiche che deve avere un buon prodotto. Ma qual è il migliore? Quale comprare?

Cos'è il pellet
Il pellet si ottiene comprimendo attraverso un processo meccanico la segatura del legno. Quello che si ottiene sono dei piccoli cilindri dal diametro di 6-8 mm. Grazie alla produzione di questo composto, gli scarti del legno, che in passato venivano utilizzati solo in parte o buttati, oggi sono riutilizzati al 100%. Una confezione (in genere 15 kg circa) di pellet ha un costo che varia tra i 3 e i 5 euro. Ricordati, però, che va conservato in un locale al chiuso e ben riparato dall’umidità: se ne assorbe troppa la resa della stufa diminuisce e peggiora la qualità della combustione.
Come viene prodotto il pellet
A livello industriale, il pellet si realizza grazie allo sfruttamento di residui agricoli o scarti che provengono da altre lavorazioni di legname ma si può produrre anche in maniera più artigianale con gli scarti della segatura e del cippato. Dopo aver selezionato la materia prima, il passaggio successivo consiste nell’essiccamento e nella pulizia dalle impurità: per ottenere un pellet di qualità, in questa fase è molto importante l’accuratezza.
La fase successiva riguarda la compressione meccanica della materia prima che avviene grazie a un sistema di cilindri che, dopo aver compresso il materiale, lo fa passare attraverso alcuni fori con dimensioni dai 6 agli 8 mm: il legno così macinato riesce a raggiungere temperature altissime grazie alle quali viene rilasciata la lignina che funziona da collante naturale tenendo insieme i pellet.
L’ultima fase vede il raffreddamento del pellet che è quindi pronto per essere confezionato e messo in vendita.

Come riconoscere un pellet di qualità?
Esistono dei criteri scientifici, che stanno alla base delle certificazioni e che permettono di individuare il pellet di migliore qualità, ma ci sono anche alcuni criteri prettamente pratici che consentono di capire subito se la qualità è ottimale. Ma quali sono?
Contenuto di ceneri e combustioni
Esiste un valore, relativo ai residui di cenere che indica il grado di sporcizia che il pellet lascia all'interno dell'apparecchio che viene utilizzato per la combustione: un pellet che contiene molte ceneri, produce più polveri nella combustione e costringe a pulire più frequentemente la stufa. Come si valuta quindi questo valore? Il pellet viene distinto in tre categorie:
  • Classe A1: corrisponde alla qualità più elevata, caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo pari allo 0,7%;
  • Classe A2: caratterizzata da un contenuto di ceneri minore o al massimo uguale all'1,2%;
  • Classe B: per utilizzo non domestico, caratterizzata da un contenuto di ceneri massimo del 3,5%.

Percentuale di umidità
Altro valore molto importante nel determinare la qualità del pellet è la percentuale di umidità: più umido è il pellet, minore sarà il suo potere calorifico perché gran parte della combustione si concentrerà nel far evaporare l’umidità e, inoltre, la camera di combustione si sporcherà di più. Il tasso di umidità per avere un buon pellet non deve essere superiore al 12% e minino al 8%.

Materia prima
Il pellet deve essere fatto con legno vergine che ha subito unicamente trattamenti di tipo meccanico senza scarti di falegnameria verniciati o incollati mentre il tipo di legno conta meno nel valutare la qualità complessiva.

Etichetta e potere calorifico
Alcune informazioni utili - come residuo di ceneri, potere calorifico e contenuto idrico - possono essere reperite in etichetta. Si possono trovare anche le indicazioni sui metalli pesanti tra cui arsenico, cadmio e piombo. Per quel che riguarda il potere calorifico, invece, occorre relazionarlo con il contenuto di acqua. Possiamo trovare sulle etichette valori come 5,3 kWh/kg. In realtà, il potere calorifico reale del pellet è attorno ai 4,7-4,8 kWh/kg. Cifre più alte possono essere considerate imprecise e fuorvianti: il potere calorifico non può essere calcolato allo stato anidro, ma va misurato per quello specifico pellet con il suo contenuto idrico, mediamente del 6-8%.

Certificazione
A livello nazionale non vige l’obbligo di certificare la qualità del pellet. Nonostante questo, però, molti produttori sottopongono i loro prodotti a test di qualità come la DIN Plus e la EN Plus che valuta anche la certificazione della filiera dalla produzione alla distribuzione. È vietato, invece, vendere pellet contenuti in imballaggi anonimi, cioè privi del nome del produttore e di qualunque informazione sulla composizione oppure venduti sfusi.
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Cabassi Ferruccio  & C. S.n.C.
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